venerdì 14 ottobre 2011

L'incerto futuro dei copti d'Egitto tra scontri e violenze

36 morti e 327 feriti: questo il tragico bilancio della manifestazione del Cairo promossa dai cristiani copti per protestare contro l'escaltion di attentati e violenze ai loro danni. Secondo quanto riportato da testimoni oculari testimoni 'esercito sparava contro i dmistranti e li investiva un carro armato, trasformando una manifestazione pacifica per la giustizia in uno scontro violento.
Più in generale la situazione si sta facendo sempre più critica per la minoranza copta d'Egitto, la più antica comunità cristiana, che costituisce tra il 10 e il 15% di un popolazionedi 82 milioni, ed è di gran lunga la più grande comunità cristiana nella regione. I Copti rischiano di perdere più di ogni altro gruppo nella attuale deriva in Egitto dopo la caduta dell' impopolare autocrazia di Mubarak, e ora si trovano a fronteggiare un futuro incerto, con un ampio spettro di possibili risultati, da una democrazia liberale a una repubblica islamica, o la prosecuzione di un regime sottoposto alla tutela dell'esercito.
I copti hanno a lungo dovuto sopportare piccole e meschine discriminazioni. Ma la rinascita degli islamisti negli ultimi anni ha reso la posizione dei copti più disafevole e le prospettive prospettive più incerte, di quanto non fosse stato per secoli. Per tutti gli anni 90 i copti, soprattutto in Alto Egitto, sono entrati nel mirino della guerriglia islamista della Gama'a Islamiyya. Da allora, la Gama'a ha rinunciato alla violenza, e gli islamisti si sono concentrati verso il raggiungimento del potere attraverso le urne, qualcosa che la politica del regime di Mubarak verso il salafismo incoraggiava. I copti a loro volta si sono ritirati sempre più profondamente in se stessi polarizzando ulteriormente il paese. La quasi totale adozione del hijab per le donne musulmane ha reso le donne copte più esposte, divenendo più spesso oggetto di minacce e abusi. Di fronte alla crescente polarizzazione e discriminazione, i copti hanno avuto la tendenza a creare proprie scuole e associazioni sociali, distanziandosi ulteriormente dalla maggioranza musulmana. Un atteggiamento che il clero copto - tanto conservatore quanto i religiosi musulmani - ha spesso incoraggiato. Allo stesso tempo, i copti hanno visto la loro influenza politica lentamente diminuire: nell'ultimo governo di Mubarak c'era ancora un governatore provinciale coptoe due ministri copti. Ma a differenza dell'epoca di Nasser e Sadat i copti non rivestivano ruoli di comando nè in polizia, nè nell'esercito, nè in magistratura e nelle università.
Tuttavia Mubarak rimaneva gradito alla comunità copta in virtù di alcuni gesti distensivi come il rendere il Natale festa nazionale e liberalizzare la costruzione di nuove chiese.
All'inizio le manifestazioni di piazza Tahrir sono stati un modello di amicizia interreligiosa, con manifestanti musulmani e cristiani che si proteggevano reciprocamente dalla violenza della polizia e dagli sgherri del regime. Ma dopo la caduta di Mubarak, le cose sono peggiorati e ci sono state rivolte anti-copte di crescente violenza come o i raid contro le chiese ad Alessandria o l'attacco salafita di maggio nel sobbborgo Imbaba del Cairo dopo che si era diffusa la notizia falsa diuna donna musulmana rapita dai copti . Tutti episodi che l'esercito ha fatto molto poco per arrestare, incoraggiando gli integralisti a proseguire nelle loro violenze.
I copti hanno ben presente il preggioramento della situazione dei cristiani in Iraq a seguito del crollo del regime di Saddam e temono che ne dovranno condividere il destino di isolamento e persecuzioni

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