Papa Benedetto XVI ha celebrato domenica una grande Messa alll'aria aperta nello "Stadio dell'amicizia" a Cotonou: è il momento culminante del suo viaggio apostolico in Benin, in cui ha chiesto ai leader africani di servire il loro popolo onestamente e ai paesi sviluppati di porre fine al loro atteggiamento di sufficienza verso il continente.
Una folla di 50.000 fedeli si erano riuniti per ascoltarlo nello stadio della più grande città del Benin e lo hanno accolto con entusiasmo; la popolazione è stata una delle più esuberante con cui il Papa si è potuto confrontare nei 22 viaggi all'estero sin dall'inizio del suo pontificato nel 2005.
La folla in costumi colorati, ha ballato e cantato nella lingua locale del Benin, ma anche in francese.
Durante i tre giorni del suo viaggio in Benin, il Papa è apparso in forma, nonostante il caldo e l'umidità elevata, e padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, ha detto che la sua salute era buona.
Durante questo viaggio, Benedetto XVI ha detto che il mondo sviluppato non dovrebbe avere "un tono moralistico" nei riguardi all'Africa e non deve imporre le proprie regole, ma deve proporre una collaborazione e soluzione per aiutare il continente nero ad affrontarne i problemi molti.
Il papa ha detto che ha scelto Benin per firmare il documento Post-sinodale Africae manus, perché questo paese gli è apparso sotto molti aspetti esemplare. Il Benin è uno dei pochi paesi dell'Africa nera ad aver vissuto nel 1990, una transizione pacifica verso la democrazia dopo un periodo marxista che gli era valso l'appoggio dell'Unione Sovietica e di Cuba. Inoltre, a differenza di alcuni paesi della regione, in particlare la Nigeria, il Benin registra una coesistenza pacifica tra cristiani, musulmani e animisti.
L'esortazione apostolica è un testo di 135 pagine, in cui il Papa chiede ai cattolici di posizionarsi saldamente sulla riconciliazione, la difesa della famiglia e del buon governo. Si chiede inoltre l'abolizione della pena di morte e si denunciano gli abusi contro donne e bambini.
Si affronta anche il problema dell'AIDS, che colpisce soprattutto l'Africa dove c'è il 70% dei circa 34 milioni di infetti in tutto il mondo, "il problema dell'AIDS richiede certamente una risposta medica e farmaceutica. Tuttavia si tratta di misure insufficienti perché il problema è più profondo e la sua soluzione è soprattutto etica. ". Nel documento il Papa evita di affrontare direttamente la questione dei preservativi come mezzo per lottare contro la diffusione dell'epidemia.
Nel 2009, aveva scatenato polemiche dicendo ai giornalisti a bordo dell'aereo che lo portava in Africa che i preservativi potevano favorire la diffusione dell'AIDS. Il Vaticano aveva poi rettificato, assicurando che quelle osservazioni erano state prese fuori contesto.
Nella sua omelia domenicale, pronunciata in francese, il papa ha esortato i fedeli a prestare attenzione alla condizione dei poveri e dei deboli.
Il Papa, 84 anni, ha tenuto a rivolgersi "con affetto a tutti coloro che soffrono, gli ammalati, a quelli colpiti da AIDS o altre malattie, a tutti i dimenticati dalla società . "
"Ogni paziente, ogni povero merita il nostro rispetto e amore, perché attraverso di lui Dio mostra la via del cielo".
Ha parlato anche in inglese per le nazioni vicine del Benin, "Preghiamo oggi per i popoli dell'Africa, in modo che tutti possano vivere nella giustizia, nella pace e gioia del Regno di Dio. E' con questi sentimenti che saluto con affetto tutti i fedeli inglesi provenienti dal Ghana e dalla Nigeria e dai paesi limitrofi. Dio vi benedica! "
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