domenica 18 dicembre 2011

Benedetto XVI a Rebibbia contro il degrado delle carceri: " I detenuti non scontino una doppia pena"

Papa Benedetto XVI domenica al carcere di Rebibbia ha chiesto che i detenuti italiani vengono renseriti nella società e "non scontino una doppia pena" a causa delle condizioni di detenzione degradanti, mentre il governo Monti vuole affrontare il sovraffollamento nelle carceri.
Durante la sua visita in un nuovo complesso del centro di detenzione situato alla periferia nord di Roma, il Papa ha avuto un lungo e emozionante incontro con 300 dei 1750 cinquanta detenuti.
Sin dal suo arrivo, l'84 enne Papa è stato salutato da un crescente clamore proveniente dalle celle. Poi ha visitato una moderna cappella di mattoni, dove egli si è intrattenuto tr uomini di ogni età e provenienza, scambiando strette di mano.
Un detenuto gli ha mostrato una foto di sua figlia appena nata che lui non può vedere, "E' splendida, -ha detto il Papa- spero che la potrete stringere tra le vostre braccia, e collaborare sul futuro dell'Italia"
I prigionieri avevano preparato vari doni, compresa un quadro naif in cui era rappresenta una finestra con sbarre in cui si era annidata una colomba e uno "strudel", dolce bavarese che il Papa tedesco ama.
Esprimendo la sua "emozione" davanti all'atteggiamento amichevole dei detenuti, ha risposto alle domande, segnato dalla sofferenza personale, che gli hanno posto sei di loro, sull'emarginazione, la separazione dalle famiglie, il perdono delle colpe da parte della società e di Dio..
Questa visita ad un complesso Rebibbia, il carcere rimasto celebre per l'incontro del 1983 tra Giovanni Paolo II e il turco Mehmet Ali Agca, autore di un grave attacco contro il Papa, era il secondo di Benedetto XVI in un carcere italiano.
"Dio vi ama di un amore infinito. Anche Cristo ha fatto l'esperienza del carcere", ha detto il papa.
Ma "il mio gesto è pubblico, e ricorda ai cittadini e ai governi ci sono grossi problemi nelle carceri", la cui "missione" deve essere "restituire la dignità umana, non degradarla".
Benedetto XVI ha denunciato il "sovraffollamento" nelle carceri italiane, dove per una capacità di 44.400 posti si trovano detenuti 68.000 prigionieri. Il Papa ha espresso fiducia nel nuovo governo di Mario Monti, che ha annunciato misure per affrontare questo flagello, chiedendogli di garantire che "i detenuti non scontino una doppia" a causa delle cattive condizioni di detenzione.
Venerdì il governo italiano ha adottato misure volte a facilitare la sollecita liberazione di 3.300 detenuti che scontano pene leggere, permettendo loro di finire di scontarle a casa, e vuole anche limitare il passaggio in prigione subito dopo il loro arresto per migliaia giovani che hanno commesso reati.
Accogliendo il Papa, il ministro della Giustizia, Paola Severino, ha menzionato la detenzione preventiva, che "deve essere regolata in modo da rappresentare una misura veramente eccezionale". Alcuni prigionieri dalle loro celle hanno gridò: "Amnistia!"
in risposta a un detenuto sieropositivo, che si lamentava che i carcerati sono considerati come "subumani", il Papa ha risposto che questo linguaggio è tutt'altro che generale, citando le quattro suore che prestano a lui servizio in Vaticano, che "hanno amici in carcere "e con cui parla spesso della loro condizione. Ratzinger Ha osservato che se la società parla delle persone in carcere alcuni parlano perfino del Papa in termini ugualmente feroci".
Okey, un detenuto della Nigeria, lo ha interrogato sui flagelli dell'Africa, dall'AIDS alla fame, "Forse Dio ascolta solo i ricchi?"
Il papa ha risposto sottolineando la "gioia", che ha sperimentato nei suoi viaggi in Africa, in contrasto con "la mancanza di gioia" spesso presente nei paesi ricchi. Tutto deve essere fatto, ha detto, per permettere all'Africa per uscire dalle "tenebre" della povertà.

Nessun commento:

Posta un commento